Perché credo
che Dio è nuovo ogni mattina,
che crea il mondo in questo preciso istante,
e non in un passato nebuloso, dimenticato.
Ciò mi obbliga ad essere pronto ogni istante
all'incontro.
Poiché l'inatteso è la regola della Provvidenza.
Questo Dio « inatteso » ci salva
e ci libera da ogni determinismo
e sventa i foschi pronostici dei sociologi.
Questo Dio inatteso è un Dio che ama i suoi figli, gli
uomini.
È questa la sorgente della mia speranza.
Sono un uomo di speranza non per ragioni umane
o per ottimismo naturale.
Ma semplicemente perché credo che lo Spirito Santo è
all'opera
nella Chiesa e nel mondo, che questi lo sappia o no.
Sono un uomo di speranza perché credo
che lo Spirito Santo è per sempre lo Spirito Creatore,
che dà ogni mattina, a chi lo accoglie,
una libertà nuova ed una provvista di gioia e di
fiducia.
Sono un uomo di speranza perché so che la storia della
Chiesa
è una lunga storia, tutta piena delle meraviglie dello
Spirito Santo.
Pensate ai profeti ed ai santi,
che in ore cruciali sono stati strumenti prodigiosi di
grazie,
ed hanno proiettato sulla via un fascio luminoso.
Credo alle sorprese dello Spirito Santo.
Giovanni XXIII ne fu una. Il Concilio pure.
Noi non ci aspettavamo né l'uno né l'altro.
Perché l'immaginazione di Dio
e il suo amore sarebbero oggi esauriti?
Sperare è un dovere, non un lusso.
Sperare non è sognare, al contrario:
è il mezzo per trasformare un sogno in realtà.
Felici coloro che osano sognare
e che sono disposti a pagare il prezzo più alto
perché il sogno prenda corpo nella vita degli uomini.
Card.
Lèon Joseph Suenens (Pentecoste 1974)
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