Anno 1999 - Numero 1 (novembre)


  1. Perché nasce "JASNA GORA"
  2. La Comunità Nostra Signora di Czestochowa
    1. Storia e spiritualità
    2. Struttura e ministeri
  3. Che cos'è la Comunità
  4. Uno sguardo al Giubileo

Perché nasce "JASNA GORA"

Era il 21 ottobre 1979 quando i primi fratelli provenienti dalla parrocchia N.S. di Czestochowa ricevettero la preghiera di effusione dello Spirito Santo per una rinnovata presa di coscienza (adulta) degli impegni del Battesimo e della Cresima.
Sono passati venti anni! Quante cose ci sarebbero da raccontare! Certamente non per essere nostalgici del passato, ma unicamente per fare memoria storica delle meraviglie che il Signore ha operato in mezzo a noi.
Finalmente nasce questo notiziario dal nome "Jasna Gora", che significa "montagna luminosa", dal luogo dove si erge il santuario della patrona della Polonia N.S. di Czestochowa.
Era da molto che volevamo intraprendere questa iniziativa, ma probabilmente i tempi non erano maturi (sappiamo bene infatti che i tempi di Dio non sono i nostri tempi).
Ora, alle soglie dell'ormai imminente Grande Giubileo del 2000, eccolo venire fuori ! E' un notiziario - che non vuole avere delle cadenze precise - che intende mettersi al servizio della Comunità come uno strumento semplice e nello stesso tempo utile.
Vogliamo ringraziare il fratello Francesco Mazza che, con la collaborazione dei fratelli del pastorale di servizio, ne curerà la redazione;
La Madonna di Czestochowa benedica la Comunità che porta il suo nome affinché possa divenire quella "montagna luminosa" che dà luce al cammino di coloro che ricercano Dio con cuore umile e sincero.

La Comunità Nostra Signora di Czestochowa / Storia e spiritualità

La Comunità Nostra Signora di Czestochowa di Roma nasce dapprima come Gruppo di Preghiera nel 1981, dopo che una ventina di fratelli che avevano frequentato assiduamente per due anni il Gruppo Maria all'Oratorio del Caravita, decisero, dietro invito del Parroco, di portare in Parrocchia questa nuova esperienza.
Nel 1988 maturava nei fratelli la volontà di divenire una Comunità del RnS. Questa tappa fu preceduta da un grande desiderio di formare un unico corpo in Cristo e venne incoraggiata dalla parola profetica del libro di Neemia che segnò la traccia e l'itinerario da percorrere.
Ma il Signore aveva già dato dei segnali, in particolare con la presenza di fratelli che sono stati per noi come degli angeli inviati da Dio. La prima fu Lorena D'Alessandro, una giovane che nella sua infermità seppe sorridere alla vita, che infuse coraggio, che scoprì il vero senso della sofferenza e che vide nel volto crudele della morte, avvenuta nel 1981 a soli 16 anni, il volto di sorella morte che spalanca le porte dell'eternità (per saperne di più cfr. Val la pena di vivere - l'inno alla vita di Lorena, a cura di Ugo Peressin, Ed. Dehoniane, Bologna, 1992, A colpi d'amore, diario di Lorena D'Alessandro, Ed. RnS, Roma, 1996, Una vita salata, di Don Ugo Peressin, Ed. Dehoniane, Bologna, 1999). Il secondo fu suo padre, Giovanni, uomo di fede semplice, ma grande ed autentica. Egli ci lasciò dopo una breve ma penosa agonia nel 1987.

Ultimo, in ordine di tempo, fu Goffredo Del Grande, membro del pastorale, considerato il caro papà buono; anche lui ci ha lasciato in breve tempo, nel 1989, donandoci il suo insegnamento sull'esempio di Gesù. Se il chicco di grano caduto in terra non muore, non può dar frutto, ed ecco il perché di tanti frutti: tanti chicchi di grano si sono lasciati morire per il bene dei fratelli. Il Convegno annuale del Gruppo tenutosi alla fine del 1988, segnò una svolta molto importante: la volontà di costituirsi in Comunità e la stesura di un piccolo Statuto. Durante il Convegno la preghiera cominciò a rafforzarsi, la vigilanza venne intensificata con la costituzione di sentinelle che dovevano fare la guardia giorno e notte perché "l'opera è grande ed estesa e noi siamo sparsi sulle mura e distanti uno dall'altro" (Ne 4,11). La prima notte fu trascorsa in preghiera dinanzi a Gesù Eucarestia e insieme a Maria: ciò avrebbe preparato lo svolgimento dei momenti successivi.
Come abbiamo capito questa chiamata? E' difficile da spiegarsi, sappiamo però che il Signore chiede sempre di più, vuole tutto per darci tutto, chiede la nostra vita per donarci la sua vita, e così, certi che sia il Gruppo che la Comunità sono opera sua, noi ci siamo inchinati dinanzi alla sua volontà. Il Signore ci chiamava a vivere la Comunità perché noi non possiamo trovare la salvezza da soli e perché il Gesù presente nei fratelli è a volte più grande del Gesù nascosto dalla nostra povertà umana
Soprattutto egli ci disse allora come d'altronde anche oggi e con più forza: La Comunità è un dono, è il mio dono per ciascuno di voi. Nell'intento di divenire soprattutto una Comunità d'amore, che vive la fraternità, la comunione e la condivisione, non sono mancate le difficoltà. Queste hanno sempre avuto origine da qualche contrasto, da qualche incomprensione; ciò è servito per farci prendere maggiormente coscienza che le divisioni e le contrapposizioni fanno morire la Comunità e la Chiesa. Ne è derivata la consapevolezza che volendoci bene possiamo superare qualunque difficoltà, chiedendo al Signore che regni la carità che, sola, fa circolare la vita di Dio in mezzo a noi.
Vorremmo concludere citando alcune frasi tratte dal discorso di Padre Mario Panciera in occasione del decennale della Comunità (15 dicembre 1991): "Uniti nell'amore di Dio non ci perderemo per strada, ma la Comunità avrà futuro fecondo, perché noi saremo insieme in un solo cammino, con la mano nella mano, in un clima di unione che è la base per poter costruire, pietra su pietra, protesi verso il futuro che ha le sue radici nell'oggi che viviamo".

Goffredo Del Grande

Giovanni D'Alessandro


La Comunità Nostra Signora di Czestochowa / Struttura e ministeri

Il cammino della Comunità è fondato su due capisaldi: conversione ed evangelizzazione. Esso offre, a chi lo desidera, l'aiuto per una costante conversione spirituale nella Signoria di Gesù Cristo. Per questo assume particolare importanza l'Adorazione Eucaristica, dalla quale la Comunità prende la forza e il vigore necessario per rispondere alla sua chiamata. Dal Gruppo di Preghiera, come frutto dello Spirito Santo, nasce la Comunità di servizio costituita da fratelli chiamati ad una vita di maggiore comunione (koinonia) e di servizio (diakonia) alla Comunità e al RnS e alla Chiesa. Essi sono chiamati a sottoscrivere un Impegno di Alleanza, cioè un esplicito patto di adesione alla struttura, alla vita, agli scopi ed alla visione propria della Comunità confermandolo di anno in anno, e a frequentare un cammino di crescita basato essenzialmente sulla condivisione e la revisione di vita. I servizi che la Comunità offre si suddividono nei tre campi di apostolato: CATECHESI - LITURGIA E PREGHIERA - CARITA'.

Che cos'è la Comunità

La definizione è stata data dalla Commissione Nazionale Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo riunitasi ad Assisi il 23 ottobre del 1993 insieme ai responsabili delle varie comunità italiane:

"La comunità è la risposta ad una chiamata di Dio per vivere, in un impegno stabile, l'esperienza cristiana. Questo impegno si esplica in una alleanza tra i membri per amare e servire Dio e i fratelli e sostenersi vicendevolmente secondo la specifica chiamata. La comunità si identifica con la corrente di grazia del RnS e si considera al suo servizio, in sintonia ed in comunione con l'autorità preposta".

Uno sguardo al Giubileo

Con la Bolla intitolata "Incarnationis Mysterium" il Papa ha indetto il Gran Giubileo del 2000, che si aprirà nella notte di Natale 1999 e si concluderà nella Epifania del 2001. Il Giubileo cattolico deriva da quello biblico, che si lega a un preciso comando di Dio a Mosè sul monte Sinai - e riportato nel Levitico (25,1) - secondo cui ogni 50° anno dall'uscita del popolo eletto dalla schiavitù d'Egitto doveva essere annunciato dal suono dello "shofar" (il corno d'ariete) un anno di giubilo per tutti gli Ebrei; che poi Isaia definirà "anno della misericordia del Signore" ed Ezechiele "anno dell'affrancamento".
Il Giubileo ebraico aveva carattere religioso, ma anche economico e sociale in quanto poggiava su tre grandi forme: libero uso per tutti dei beni della terra, riacquisto della proprieta privata, affrancamento dalla schiavitu: solo
Dio e padrone della terra e della vita umana. Il Giubileo cattolico deriva da quello biblico, ma punta anzitutto sulla "liberazione dal peccato" mediante una totale indulgenza, concessa per la prima volta nel gennaio del 1300 dietro insistente richiesta di pellegrini di tutto il mondo arrivati spontaneamente a Roma per chiedere a Papa Bonifacio VIII la "grande perdonanza" di cui avevano sentito parlare al tempo delle Crociate. Erano presenti il sommo poeta Dante e il famoso Giotto, che volle eternare la proclamazione del Primo Giubileo in un affresco di cui rimane un frammento nella Loggia Lateranense.