Anno 2000 - Numero 1 (gennaio)
Il pellegrinaggio alle
catacombe
JASNA GORA vuole dedicare questo numero alle CATACOMBE in
preparazione alla Giornata Comunitaria di gennaio che ha in
programma un pellegrinaggio per entrare nello spirito del Grande
Giubileo.
Il Pellegrinaggio è uno dei segni del Giubileo e vuole
ricordarci che siamo un popolo in cammino verso la Casa, del
Padre. Venuti da Dio, ritorneremo a Dio.
Non bisogna credere che la comunità di Roma scegliesse, nei
tempi di persecuzione, le oscure gallerie delle catacombe, per le
sue riunioni liturgiche o catechetiche.
Tuttavia è certo che i fedeli si radunavano nelle aree
cimiteriali all'aperto per commemorare il Dies Natalis dei santi
martiri e dei loro defunti.
Le tombe sotterranee divennero generalmente veri e propri
santuari. II Signore passa donarci, per intercessione dei santi
martiri, un amore tenero per Cristo, un desiderio ardente di
servirlo, un atteggiamento di abbandono confidente e filiale.
Le notizie che troveremo in questo numero sono state tratte da un
sussidio dell'Ufficio Scuola del Vicariato di Roma dedicato
all'argomento.
Dal X secolo si perse traccia di quasi tutte le catacombe fino
al 1593, quando l'archeologo Antonio Bosio iniziò basandosi su
antiche "guide" per i pellegrini, la loro ricerca.
Lo studio delle catacombe fu poi ripreso verso la fine del 1800
da G. Battista de Rossi ed è così che noi oggi possiamo
visitare, studiare e pregare in questi antichi cimiteri.
Le catacombe sono i cimiteri dei primi cristiani. Sono come
dei giganteschi alveari scavati sotto la nostra città formati da
chilometri di gallerie con nicchie e piccole stanze, affreschi e
lapidi che ricordano gli uomini e le donne - e anche molti
bambini - che vi sono stati sepolti.
Ci sono le sepolture di cittadini romani, di ricchi patrizi, di
schiavi, di liberti, gente di tutti i paesi e di tutti i tipi che
camminava, lavorava, piangeva e rideva come ciascuno di noi.
Gente normale, insomma, con gli stessi nostri problemi: il
lavoro, il cibo, la scuola...
Ma accanto a loro ci sono anche le tombe dei martiri, cioè di
quelle persane che sono morte per non rinnegare la propria fede.
"Martire" vuol dire "testimone" ed e una parola di origine greca come pure il termine "cimitero" che indica il "dormitorio", il "luogo del riposo". Per i cristiani, infatti, la morte non è la fine di tutto ma e il riposo nell'attesa della resurrezione.
Le tradizioni e le leggende che indicano le catacombe come
luoghi dove i cristiani si rifugiavano durante le persecuzioni,
quindi, non sono assolutamente vere e per un semplicissimo
motivo. Per scavare, nell'antica Roma, bisognava chiedere il
permesso direttamente all'imperatore - proprio come oggi che per
scavare o costruire qualcosa bisogna ottenere una licenza. Le
catacombe, poi, non erano utilizzate solo dai cristiani, ma anche
dagli ebrei e dai pagani. Questi cimiteri sono sorti tra il II e
il III secolo dopo Cristo e se ci fate caso sono tutti fuori dal
"pomerio" cioè dal perimetro sacro della città entro
cui non era permesso seppellire i morti. In genere si trovavano
lungo le grandi vie consolari come si vede nella cartina.
Le famiglie più ricche della comunità cristiana mettevano a
disposizione il terreno per poter scavare una catacomba, in
genere dove già esistevano delle cave e il lavoro poteva
risultare più facile. In genere il cimitero prendeva il nome
della parsona che aveva donato il terreno, ma alcune, verso il IV
secolo cominciarono ad essere chiamate col nome del martire che
vi era sepolto. Non avendo a disposizione spazi grandissimi, si
cominciò a scavare in profondità, come un sotterraneo a più
piani, fino a 20-25 metri sotto terra. La terra scavata veniva
portata via attraverso un lucernario, cioè una specie di buco
sul soffitto che serviva anche a far entrare aria e luce.
Le gallerie erano inizialmente molto piccole, larghe circa un
metro e alte al massimo due, ma man mano arrivarono fino a 4-5
metri come ne vediamo molte oggi.
Ma da dove viene il termine "catacomba"?
Inizialmente questa parola indicava solo quella che oggi si
chiama catacomba di S. Sebastiano perché sorgeva "ad
catacumbas" cioè "presso una cavità" che si
trovava lungo la vin Appia. In seguito questa parola cominciò ad
indicare tutti i cimiteri sotterranei
Ma chi ha fatto tutto questo lavoro?
C'erano persone che si occupavano di scavare le gallerie e le
tombe, della loro decorazione, della sepoltura dei defunti e
della
manutenzione nel tempo delle catacombe. Erano i fossori. Il loro
lavoro era pagato con il denaro della cassa comune dalla
comunità, costituita dalle offerte dei parenti dei defunti e dei
fedeli. Anche i dipinti e le iscrizioni che vediamo erano in
genere eseguiti dai fossori. I più ricchi si servivano dei
marmorarii che - come si può facilmente capire dal loro nome -
lavoravano e scolpivano il marmo per i sarcofagi. Nella seconda
meta del IV secolo, papa Damaso si occupò di far restaurare le
catacombe e fece incidere, su molti dei sepolcri dei martiri,
delle iscrizioni che ne ricordano la vita.
Quando si smise di usare le catacombe come cimiteri, queste
continuarono ad essere frequentate dai fedeli che si recavano a
pregare sulle tombe dei martiri. Ma con le invasioni dei barbari
(V-VI secolo), che devastarono e profanarono i luoghi sacri, le
catacombe vennero poco a poco dimenticate; per questo motivo nel
VII secolo i corpi dei martiri furono trasportati nelle basiliche
che sorgevano all'interno delle mura della città.
Pesci, ancore, delfini... Cosa significa tutto questo? Ogni figura che troviamo dipinta o incisa all'interno delle catacombe non si trova lì per caso. ma ha un significato particolare. I cristiani spesso si riconoscevano fra loro proprio attraverso questi segni, anche quando non potevano dichiarare apertamente la propria fede.
Ma simboli e pitture raccontano anche, in maniera semplice e comprensibile a tutti - anche a chi non sapeva scrivere - le storie della Bibbia. Erano un vero e proprio catechismo.
I primi cristiani non hanno inventato solo figure nuove, ma hanno anche usato, a volte solo per decorazione ma altre volte dandogli un significato diverso, delle figure già presenti nell'arte pagana. Così accanto a fiori, ghirlande e uccelli si incontrano nelle catacombe altre immagini molte delle quali si riferiscono alla speranza di vita eterna.
Immagini più usate nelle catacombe e loro significato simbolico.
IMMAGINE |
SIGNIFICATO SIMBOLICO |
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Un pastore con una pecora sulle spalle | Nel mondo pagano rappresenta l'aspirazione a vivere in mezzo alla natura, in quello cristiano e il Buon Pastore. |
Un uomo con le braccia alzate al cielo | È la figura dell'"orante" cioè della persona che prega, presente sia nelle immagini pagane che in quelle cristiane. |
La fenice | È un animale mitologico che gli antichi credevano potesse rinascere dalle proprie ceneri ogni 500 anni. Per i cristiani rappresenta la resurrezione. |
Il pavone | I pagani credevano che la sua carne fosse incorruttibile, così i cristiani l'usarono per rappresentare l'immortalità dell'anima. |
La palma | Per i pagani era simbolo di vittoria, nell'arte cristiana indica la vittoria della fede dei martiri sulle persecuzioni |
Altre immagini rappresentano invece episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento; i più comuni sono:
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